Leonesse: Adele Faccio

Adele è una Leonessa autentica. E proprio come una leonessa si è sempre battuta per l’autodeterminazione della donna, per la libertà sessuale, i diritti civili, per costruire una rete di consultori. Grazie anche a lei oggi abbiamo la 194! È una fonte d’ispirazione per tutte, tanto più in questi giorni, visto la recente bocciatura al Parlamento Europeo della risoluzione Estrela. Coraggio, anticonformismo la forza di dire no, sono il suo insegnamento. Mandateci anche voi la storia di una donna che per voi ha significato molto. Spedite la vostra Leonessa a snoqfactory@gmail.com, e noi la pubblichiamo! 

Grazie Adele!

adele_faccioSi dà il caso che io non sia né mite, né paziente, né tantomeno rassegnata…”

Adele Faccio, ex partigiana, è stata parlamentare del partito radicale e attivista per i diritti civili. Nel 1973 fu tra le fondatrici del Cisa (centro per la sterilizzazione e l’aborto) e ne diventò presidente. Applicò all’interruzione di gravidanza gli stessi principi e le stesse pratiche di disobbedienza civile che già i radicali avevano sperimentato nella lotta contro il servizio militare obbligatorio. Organizzò i viaggi a Londra di donne incinte che volevano interrompere la gravidanza in modo sicuro e ambulatori italiani (come quello fiorentino di Giorgio Conciani) disposti a testimoniare il loro rifiuto del codice Rocco allora vigente, anche a rischio della repressione. Continua a leggere

Noi, madri nuove: la nostra lotta è in difesa della vita

di Francesca Comencini

ComenciniFrancesca450FandangoIn un sistema che considera fare figli una perdita di tempo e di profitto, in un mondo che lascia sole le madri, testarde guardiane delle relazioni e della vita, eccoci di nuovo a dover parlare di aborto.

In Spagna una proposta di legge del governo Rajoy vuole cancellare d’un colpo una legge che ne consente l’accesso. In Italia una legge di Stato, la 194, viene svuotata del suo contenuto attraverso un incosciente e strumentale uso di un’opzione che sta sotto la nobile dicitura di “obiezione di coscienza”. Oggi come allora, in nome della difesa della vita, torneremo a batterci contro questo attacco.

La decisione di interrompere una gravidanza risuona in un corpo consapevole di poter generare. Da questa consapevolezza, da questa potenza e da questa differenza deriva la facoltà di avere la prima e l’ultima parola. Essere forti di un corpo che si sa differente e che fa il suo ingresso nella piena cittadinanza rifiutando di disfarsi della propria differenza fa di noi delle madri nuove, mai esistite prima nella storia dell’umanità. Continua a leggere

Libertà di scelta: donne d’Europa uniamoci!

estrelaLa bocciatura al Parlamento Europeo della “risoluzione Estrela” è l’ultimo di una lunga serie di attacchi all’autodeterminazione delle donne. La risoluzione invitava gli Stati membri a garantire, per le donne di tutti i Paesi della UE, gli stessi diritti in tema di sessualità e salute riproduttiva e l’aborto legale e sicuro, senza i vincoli dell’obiezione di coscienza.

Anche a causa della capillare azione dei no-choice, il testo è stato bocciato e sostituito con una proposta di esponenti del PPE che afferma la non competenza del Parlamento europeo su queste tematiche,rimandando alle scelte dei singoli Paesi. L’astensione di sei parlamentari del PD, che ha consentito che questo avvenisse, ci sorprende e ci preoccupa, anche perché il testo non era vincolante ed era già stato modificato al ribasso. Continua a leggere

A 35 anni dalla legge gli aborti sono più che dimezzati

di Mariella Gramaglia su La Stampa 13 novembre 2013

grama1-465x321Ha trentacinque anni. Quasi metà di una vita. Odiata, amata, combattuta, difesa, la legge 194 per l’interruzione di gravidanza, nella forma, è rimasta uguale a se stessa, ma nella sostanza? Dall’anno del rapimento di Aldo Moro e dell’elezione di Sandro Pertini al Quirinale a quello di Beppe Grillo e delle larghe intese, che tipo di acqua è passata sotto i ponti?

Le donne italiane studiano di più, hanno una vita sociale e lavorativa più intensa e meno falsi pudori: da ragazze è facile che chiedano consiglio alla madre, da adulte al medico o all’amica più saggia. Un dato per tutti per dire quanto l’istruzione sia importante per usare bene la contraccezione e prevenire una gravidanza indesiderata: il tasso di abortività fra le laureate è del 6 per mille, fra le donne che hanno solo la licenza elementare del 20 per mille.

Ma guardiamo più da vicino i numeri che compongono l’affresco generale. Prima di tutto si abortisce molto di meno. Nel 2012 abbiamo raggiunto il minimo storico: 105.968 interruzioni, meno 4,9% rispetto al 2011, meno 54,9% rispetto al lontano inizio. E in nessun Paese le minorenni restano incinte così poco. Continua a leggere

Dimissioni per Lidia Ravera? Un’assurdità

Lidia-Ravera-Scrittrice_full«È da più di 30 anni che lo ripetiamo: abortire è una sofferenza psichica, un sacrificio delle propria integrità fisica e mentale, uno scacco, un’amputazione. Ci si ricorre quando un’incidente, un’emergenza, un problema di salute o l’estrema giovinezza o la disinformazione impediscono il funzionamento del metodo anticoncezionale.

Si ricorre all’aborto quando qualcosa va storto nella relazione con l’uomo che dovrebbe diventare l’altro genitore. Quando la gravidanza è frutto di violenza, fisica o psichica. Si abortisce quando si è troppo povere, o fragili. Si abortisce perché diventare madre è una responsabilità enorme e non tutte non sempre decidono di farsene carico. Si abortisce con dolore, sempre, in ogni caso, quando l’aborto è volontario e quando è spontaneo.»

Sono parole di Lidia Ravera, tratte dal suo articolo sull’Huffington Post che ha fatto levare cori di “vergogna”, “scandalo”, “oscenità”, fino alla richiesta di dimissioni dall’incarico di assessora alla Cultura della Regione Lazio da parte dei movimenti pro-life, dell’ex sindaco Gianni Alemanno, del candidato sconfitto alle elezioni Francesco Storace.

Riportiamo queste parole perché – al di là di prese di posizione che possono risultare sgradite – sappia di cosa sta parlando chi le lancia accuse di insensibilità e denigrazione nei confronti delle donne e dei vissuti familiari, chi le imputa di aver espresso giudizi offensivi e lesivi dei diritti altrui. Continua a leggere

Il cimitero per i feti non lo voglio

A proposito dei cimiteri dei feti, riproponiamo qui una riflessione di Alessandra Bocchetti pubblicata il 7 gennaio del 2012 sul sito www.senonoraquando.eu

Alessandra_Bocchetti2No, il cimitero per feti non lo voglio, non ci sto a dare per morti quelli che non sono nati. Incredibili le invenzioni che si fanno per attaccare la legge 194, cimiteri, funerali, veglie, marce, chi più ne ha più ne metta. Ma, attenzione, questi attacchi non vogliono negare la possibilità di abortire, perché in una società cinica come la nostra che una donna abortisca, in verità, non frega proprio niente a nessuno, altrimenti ci sarebbero dei veri programmi, dei concreti aiuti, assistenza vera e non quelle misere procedure che dovrebbero fare vergogna ad un paese civile e cattolico.

Le donne hanno sempre abortito con legge e (ahimè) senza legge. Tutti l’hanno sempre saputo e il paese non si è mai sentito minacciato per questo.
E allora se non è l’aborto che cosa è che si vuole negare? Incredibile ma vero, si vuole negare solo una parola contenuta in quella legge. Sì proprio solo una parola. Questi continui attentati hanno per obiettivo la parola: autodeterminazione. Questo non ce lo dobbiamo scordare mai. Per questa parola migliaia di donne della mia generazione hanno fatto una lunga lotta e alla fine abbiamo vinto, contro tutto e contro tutti. Continua a leggere

Lettera aperta a Epifani sulla 194

194--258x258Gentile Segretario Epifani,

le parliamo per quello che siamo: un gruppo di donne che appartiene al movimento Senonoraquando? Altri concetti: destra, sinistra, emergenza, centro, larghe intese, democrazia, crisi, li mastichiamo abbastanza bene anche noi. Nessuno di essi, però, ci definisce.

Dunque non scriviamo a Lei per una scelta d’elezione. Lo faremmo con qualsiasi altro segretario di partito che si prepara a un congresso.

Abbiamo riflettuto a lungo su quello che è accaduto alla Camera dei deputati l’11 giugno scorso e ci preoccupa. Il problema è così serio che preferiamo un dialogo meditato a una reazione impulsiva. Il suo partito si è astenuto su tutte le mozioni tranne la propria, negando il proprio voto anche a dispositivi che rendessero più vincolanti gli impegni di cliniche ed enti ospedalieri per l’attuazione della legge 194 senza essere paralizzati dall’obiezione di coscienza. Continua a leggere