L’Europarlamento contro i clienti di prostituzione. 560 associazioni: così sex worker più a rischio

di Giorgia Serughetti su Pagina99 27 febbraio 2014

giorgia_serughetti_3Le “guerre del sesso” son tornate, o non sono mai finite. Se fin dagli anni ’70 la prostituzione è un tema spinoso che causa liti furibonde tra femministe abolizioniste e attiviste pro sex worker, ora il conflitto si è spostato fin nel cuore delle istituzioni comunitarie, nell’aula del Parlamento Europeo. L’eurodeputata socialista Mary Honeyball ha presentato, a nome del Comitato FEMM per la parità di genere di genere, una risoluzione che sostiene la necessità di adottare politiche che colpiscano la domanda di prostituzione, i clienti, e la proposta è stata approvata in sessione plenaria con 343 voti a favore contro 139 contrari e 105 astensioni.

Il documento descrive tanto la prostituzione scelta quanto lo sfruttamento sessuale come violazioni dei diritti umani, contrarie alla parità tra i generi, e considera il “modello nordico”, adottato in Svezia, Norvegia e Islanda, il modo migliore per combatterle, colpendo non chi vende servizi sessuali ma chi li acquista. Rispetto alle persone che si prostituiscono chiede invece un impegno per “non criminalizzarle o penalizzarle”, ma sviluppare programmi per aiutarle ad “abbandonare questo lavoro se lo desiderano”. La riduzione della domanda “dovrebbe divenire parte di una strategia integrata contro la tratta”. Continua a leggere

Un asse femminile trasversale per la riforma della legge elettorale

di Giorgia Serughetti su Donneuropa 21 gennaio 2014

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Nel fervore del dibattito sulla riforma della legge elettorale, tra profonde sintonie e profondi disaccordi tra i leader, sembra che ci si sia scordati delle donne. Le donne che in questa legislatura hanno raggiunto la più elevata presenza in parlamento di ogni tempo, ma che sanno di dover vigilare se non vogliono che le istituzioni del futuro tornino a colorarsi tutte d’azzurro.

Di grave disattenzione hanno parlato stamattina alla Camera le deputate di (quasi) tutti i gruppi – rappresentate da Roberta Agostini (Pd), Titti Di Salvo (Sel), Dorina Bianchi (Ncd), Elena Centemero (Fi), Gea Schirò (Per l’Italia), Irene Tinagli (Sc), Pia Locatelli (Psi) – che hanno dato appuntamento alla stampa per dichiarare la loro intenzione di fare asse tutte insieme, trasversalmente ai partiti, per ottenere l’introduzione di norme antidiscriminatorie nella nuova legge elettorale, qualunque sarà alla fine il modello approvato. Continua a leggere

Il mistero di Isabelle, la studentessa-squillo di Ozon

di Giorgia Serughetti su Letterate Magazine

imagePrima ancora che uscisse nelle sale italiane di questo film si sapeva già quasi tutto, fin da quando, al Festival di Cannes, François Ozon sollevò un vespaio dichiarando che “quella di prostituirsi è una fantasia comune tra le donne”. Non solo, ma Giovane e bella arriva nei cinema proprio nei giorni in cui imperversa il dibattito sulle minorenni “squillo” dei Parioli, e ci racconta di una di loro, di una che potrebbe essere loro, se non che vive a Parigi e all’anagrafe ha un paio d’anni in più, diciassettenne appena compiuti.

Isabelle (Marine Vacth) è una studentessa che ha perso da poco la verginità su una spiaggia estiva in un rapporto frettoloso con un coetaneo, quando di ritorno a scuola, in autunno, un uomo le offre del denaro perché vada con lui. E tutto è così facile, persino eccitante, che si trasforma in una seconda vita. Continua a leggere

Giù le mani dalla mia puttana: la Francia e il neoproibizionismo

di Giorgia Serughetti su Donneuropa.it

giorgia_serughetti_3“Touche Pas à Ma Pute”: giù le mani dalla mia puttana. In un dibattito che si riproduce senza grandi variazioni da quasi mezzo secolo tra chi vorrebbe abolire la prostituzione e chi invece vorrebbe legalizzarla, gli uomini che pagano per il sesso prendono la parola. Ed è questa la novità. Succede in Francia, dove un manifesto di 343 bastardi (343 salauds), gruppo di intellettuali guidati dallo scrittore e pubblicitario Frédéric Beigbeder, dà voce alla protesta maschile contro il disegno di legge neo-proibizionista promosso dalla ministra Najat Vallaud-Belkacem.

Il tentativo (certamente in parte riuscito, data la risonanza che ha avuto sulla stampa internazionale) è quello di rendere “rispettabile” la difesa maschile della prostituzione: la celebrazione della libertà sessuale, per donne e uomini, prende il posto dei proclami conservatori cui tanto siamo avvezzi nell’asfittica sfera pubblica italiana. Ma il linguaggio nuovo di Beigbeder e compagni riesce solo in parte a rimuovere l’impressione che siamo di fronte alla riedizione di un’antica resistenza maschile.

Pensiamo al claim della campagna, che vorrebbe richiamare quel “Touche Pas à Mon Pote“, giù le mani dal mio amico, storico slogan dell’organizzazione SOS Racisme (la quale però ha già dichiarato di non approvare la trovata, perché “il diritto degli uomini al sesso a pagamento non è un diritto fondamentale”). Come non notare la diversa semantica di quel “mia” quando si parla della “mia puttana”? Continua a leggere

Se a Lampedusa naufraga lo Stato-nazione

di Giorgia Serughetti

giorgia_serughetti_3Solo poche settimane fa si è abusato della metafora della nave per legare i destini del gigante Concordia a quelli del nostro paese: il relitto rimesso in condizioni di navigare, l’Italia che potrebbe salvarsi dallo sprofondo.

Oggi ogni uso figurato dell’immagine della barca che affonda impallidisce, provoca persino un senso di vergogna di fronte alla notizia di 111 morti accertati, di cui la metà sono donne, e centinaia di dispersi nelle acque del Mediterraneo, al largo di Lampedusa. È un’ecatombe, il mare “è pieno di cadaveri” ha detto tra lacrime di rabbia la sindaca Giusi Nicolini.

Eppure c’è un senso in cui queste vite alla deriva, tragicamente stroncate nel tentativo di raggiungere la sponda di un altro continente, si legano in profondità al destino politico di uno Stato. Continua a leggere

Alma Shalabayeva. L’asilo, la cattura e una domanda: “Che cos’è uno Stato?”

di Giorgia Serughetti

giorgia_serughetti_3Il 30 giugno la notizia di “due rifugiate politiche espulse per errore” non era che un trafiletto nelle pagine di cronaca. O almeno, io l’ho scoperta così, da un articolo sul Gazzettino. Mi ha colpito fin dal tweet che lo segnalava, di @ZeroViolenza. E ho letto e riletto quelle 1000 battute. Qualcosa strideva visibilmente.

Innanzitutto l’ambientazione dell’operazione di polizia che ha portato al sequestro e all’espulsione: Casal Palocco, zona di ville, giardini e piscine sulla strada che conduce al mare. Lontana (soprattutto socialmente) dalle zone di Roma abitate e frequentate da migranti e richiedenti asilo. Si faceva chiaro tra le righe che Alma Shalabayeva doveva essere una figura di rifugiata o richiedente asilo (così era presentata) non comune.

Ma cosa mai poteva avere commesso lei, kazaka, madre di una bambina di 6 anni, per dover essere stanata nel cuore della notte e rimandata nel suo paese con un’operazione lampo, portata a termine in 36 ore? Continua a leggere